sabato 30 aprile 2011

Didgeridoo

Didgeridoo (trascritto anche come didgeridù, didjeridoo o didjeridu) è una parola di origine onomatopeica con la quale gli occidentali designano un antico strumento a fiato degli australiani aborigeni.
L'utilizzo del didgeridoo nasce tra gli Aborigeni dell'Australia settentrionale. Non esistono fonti affidabili che ne certifichino con esattezza l'età, ma è ipotizzabile i primordi siano databili tra i duemila ed i quindicimila anni fa.
Classificato come strumento musicale nella categoria degli aerofoni ad ancia labiale, il didgeridoo può avere forme variabili: le più comuni sono quelle coniche, con un progressivo allargamento della colonna interna a partire dal lato dell'ancia; molto usata è anche la forma perfettamente cilindrica.
Non è insolito tuttavia trovare strumenti che presentano forme irregolari, contorte o serpentine. La lunghezza complessiva di un didgeridoo è altresì variabile. Generalmente va da 1,50 m a 2,50 m. Va comunque considerato che ne sono stati costruiti anche decisamente più lunghi, che comportano variazioni timbriche e tecniche esecutive notevoli.
Solitamente questi strumenti sono però avulsi dai legami con la tradizione aborigena e costituiscono piuttosto delle sperimentazioni "occidentali" sullo strumento.
Il didgeridoo tradizionale è ricavato da un ramo di eucalipto (pianta assai diffusa nel Nord dell'Australia), scelto tra quelli il cui interno è stato scavato dalle termiti. Scortecciato, ripulito e accuratamente rifinito, lo strumento viene poi decorato e colorato con pitture tradizionali che richiamano la mitologia aborigena. Gli aborigeni lo utilizzano non solo come strumento a fiato, nel quale soffiano e al tempo stesso pronunciano parole, suoni, rumori, ma anche come strumento di percussione, se colpito con i clap stick (bastoncini in legno usati come percussioni) o con un boomerang. Viene suonato con la tecnica della respirazione circolare.
(Fonte "Wikipedia")

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